Azzurro Riva

Gigi Riva ha disputato 42 partite con la maglia della Nazionale maggiore. La prima (un'amichevole contro l'Ungheria) a Budapest, il 25 giugno 1965: dopo 8 minuti subentrò a Pascutti, infortunato. L'ultima a Stoccarda, il 19 giugno 1974, secondo match per l'Italia nel mondiale tedesco, contro l'Argentina.


Eccone l'elenco, con rimandi a tabellini e filmati, completato con annotazioni di Brera, Arpino e altri critici e protagonisti sulle prestazioni di Rombodituono.

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1. 25 giugno 1965, Népstadion, Budapest. Ungheria-Italia 2:1 (amichevole)
     Tabellino | Highlights
"Di Riva, esordiente, non si può dir nulla o quasi, perché nessuno lo fa giocare con un po' di decenza" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 346).

2. 19 marzo 1966, Parc des Princes, Parigi. Francia-Italia 0:0 (amichevole)
     Tabellino | Highlights
"Il vecchio amico Sandokan Silvestri, che allena il Cagliari, mi manda a dire che il giovane Luis Riva da Leggiuno (Varese) appartiene ai fenomeni della pedata; dategli una palla in zona utile e lui, per indoma che sia, la infilerò con ciclonica veemenza. Bene, Sandokan, vediamo questo fenomeno. Ahimé: la partita riesce deludente fino al dispetto. I francesi non sono molto più di nulla ma i nostri deliziosi abatini (n.b.: Rivera, Mazzola, Corso) danzano sulla palla a miracol mostrare. Potrebbero costruire per Riva ma, evidentemente, non lo ritengono degno dei loro lanci. Se gli danno la palla, è per riaverla come ci si aspetta da un gregario. Il povero Luis Riva fa brutta figura. Chiamato a tocchettare, mostra le lacune del suo piedone possente. Lo giudichiamo tutti un'invenzione di Sandokan" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 349).
   
3. 27 marzo 1967, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Portogallo 1:1 (amichevole)
     Tabellino | Highlights
"Al centro della prima linea appare finalmente Riva, che nel Cagliari fa fuoco e fiamme. ... Il Portogallo è finito terzo ai mondiali e la partita offre spunti notevoli, ma il vizio italiano è antico: per Riva, non un pallone giocabile; è anzi Riva a lasciare una palla-gol a Rivera, che per mera timidezza la batte male ... Un pallonetto molle di Mazzola induce il portiere portoghese a uscire prima che Riva riesca a battere: il portiere frana rovinosamente sul nostro centravanti e gli frattura il perone sinistro" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 369).

4. 1 novembre 1967, Stadio San Vito, Cosenza. Italia-Cipro 5:0 (Europeo, qualif.) 3 gol
     Tabellino e Highlights
"Il Riva ha fatto sfoggio in questo secondo tempo della partita di Cosenza, di quello che a Cagliari viene ritenuto e considerato come un difetto. Alludiamo al fatto che il Riva ha una spiccata tendenza a convergere dalla sua posizione di ala sinistra a quella di centravanti. E' questo un fatto che nella squadra del Cagliari finisce per convertirsi in qualche impaccio con il centravanti Boninsegna. Nel caso di Cosenza il Riva ha segnato tutte e tre le reti da posizione centrale" (Vittorio Pozzo, "La Stampa", 2 novembre 1967).

5. 18 novembre 1967, Wankdorfstadion, Berna. Svizzera-Italia 2:2 (Europeo, qualif.) 2 gol
     Tabellino e Highlights
"Sul corner, Riva azzeccava una fantastica rovesciata, il pallone si infilava all'incrocio dei pali, e tanto era bello il goal che persino gli svizzeri si sprecavano in battimani" (1:1). "Riva prendeva il pallone e lo posava sul dischetto, un elvetico lo toglieva, Riva lo rimetteva a posto regalando all'avversario uno sguardo di fuoco. Guerra dei nervi. Riva, però, deve essere un tipo piuttosto freddo" (2:2) (Gigi Boccacini, "La Stampa", 19 novembre 1967).
"Gli azzurri hanno brillato a tratti ... ma se Riva non inventava una rete spettacolare difficilmente sarebbero riusciti a condurre in porto un risultato positivo" (Carlo Parola).

6. 23 dicembre 1967, Stadio Amsicora, Cagliari. Italia-Svizzera 4:0 (Europeo, qualif.) 1 gol
     Tabellino
"Durante l'Accademia al mio Club, Rivera aveva sentito noi e aveva concluso: 'Ho capito, non c'è che da cercare Luis Riva'. Così ha fatto a Cagliari, con soddisfazione di tutti" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 373).
"Ogni avanzata di Riva costringeva gli elvetici a disperati salvataggi". "Juliano a Rivera, Rivera a Riva. L'ala sinistra si incuneava  nella retroguardia avversaria, il povero Kunz nulla poteva fare sulla palla che rappresentava il secondo goal degli azzurri" (Gigi Boccacini, "La Stampa", 24 dicembre 1967).
"E' stato fenomenale, nessuno oggi gli può stare alla pari in fatto di fiuto del goal. Quando vede la porta, Riva si scatena: quante volte ha tirato, oggi?" (Giacomo Bulgarelli).
"Bravi tutti, ma il migliore è risultato ancora una volta Riva. Dopo Berna l'avevo definito 'una forza della natura'. A Cagliari è apparso irresistibile" (Edmondo Fabbri).

7. 10 giugno 1968, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Jugoslavia 2:0 (Europeo, finale) 1 gol
     Cineteca
"L'impetuoso Riva sfonda subito al 12' con un gran balzo acrobatico ... Si coprono gli spazi in difesa e si rilancia verso Riva, che attualmente non ha eguali al mondo per potenza di scatto e di tiro, per senso acrobatico e coraggio" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 375).
"L'attaccante del Cagliari non è forse completamente a posto. Riva si è limitato molto come ampiezza di manovra, ma quello che ha fatto lo ha fatto bene" (Bruno Perucca, "La Stampa", 11 giugno 1968).

8. 23 ottobre 1968, Ninian Park, Cardiff. Galles-Italia 0:1 (Mondiali, qual.) 1 gol
     Cineteca
"La partita è caotica e impetuosa, talora umiliante per i nostri abatini. Al solito è Riva a cavare la castagna dal fuoco. Vi riesce al 44', rischiando la sua parte ... Scriveranno gli inglesi che il solo italiano in grado di reggere il loro campionato sarebbe Riva. E sfido!" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 375).

9. 1° gennaio 1969, Estadio Azteca, Città del Messico. Messico-Italia 2:3 (amichevole) 2 gol
       Tabellino 
"nessuno ha fatto i conti con Riva, che ottiene il 3 a 2 in acrobazia all'89'" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 380).
"L'ala sinistra del Cagliari a tratti è parsa inarrestabile, la difesa messicana è ammattita per seguirla. Riva, come spesso gli accade, si è esaltato nel clima della gara ed ha avuto spunti da campione, le due reti hanno premiato la sua generosa prestazione" (Giulio Accatino, "La Stampa", 2 gennaio 1969).

10. 5 gennaio 1969. Estadio Azteca, Città del Messico. Messico-Italia 1:1 (amichevole)
       Cineteca
"Valcareggi aveva ideato il collaudo tanto atteso delle tre punte fisse, ma è assolutamente assurdo far giocare Prati, Anastasi e Riva per lasciarli poi isolati e impossibilitati alla manovra (Giulio Accatino, "La Stampa", 6 gennaio 1969).

11. 29 marzo 1969, Walter Ulbricht Stadion, Berlino. Germania Est-Italia 2:2 (Mondiali, qual.) 2 gol
       Cineteca
"La rinuncia a un'ala di appoggio quale domenghini si rivela molto pericolosa. I tedeschi non sono dei geni della pelota ma si battono e corrono come ben pochi sanno dei nostri. Il centrocampo è perduto in partenza, e lo sarebbe anche l'incontro se non riparasse due volte il prodigioso Riva" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, pp. 381-382).
"Una partita, un pareggio che non debbono soddisfare proprio nessuno di noi, Riva escluso. Solo la determinazione, la prontezza e il freddo agonismo del nostro numero 11 hanno raddrizzato un incontro che poteva benissimo essere perso per la mollezza del centro campo, le incertezze della difesa, la scarsa combattività di vari uomini. Riva è la lancia, ma lo scudo dov'è?" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 30 marzo 1969).

12. 24 maggio 1969, Stadio Comunale, Torino. Italia-Bulgaria 0:0 (amichevole)
       Tabellino
"Gli azzurri esercitavano una certa pressione, ma il loro gioco era inefficace, con Riva cocciutamente impegnato a fare tutto da solo" (Giulio Accatino, "La Stampa", 25 maggio 1969). 
"Mi aspettavo di più dall'Italia. Secondo me andava utilizzato Chiarugi, anche al posto di Riva che non mi è parso in gran forma" (Raimundo 'Mumo' Orsi).
"Bisogna considerare il fatto che noi siamo riusciti a metterli in difficoltà ammassando numerosi giocatori a centro campo e togliendo quindi agli italiani lo spazio necessario per manovrare in profondità. Riva comunque è stato il più temibile, sempre duro, tenace. Anastasi è più fantasioso ma meno potente" (Stefan Bozhilov, allenatore della Bulgaria).

13. 4 novembre 1969, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Galles 4:1 (Mondiali, qual.) 3 gol
        Tabellino 
"... nel finale torna a esplodere Rombo di tuono-Riva con due altri formidabili gol: che fanno 4 a 1" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 385).
"La verità è questa: abbiamo le punte, difettiamo nel centrocampo, dove nomi nuovi devono urgentemente essere chiamati al soccorso. Non ci si può affidare ai soli fulmini di Riva, che ieri non era neppure troppo marcato e quindi ha potuto fare il bello e il cattivo tempo appena gli arrivava il pallone sul suo micidiale piede sinistro" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 5 novembre 1969).

14. 22 novembre 1969, Stadio San Paolo, Napoli. Italia-Germania Est 3:0 (Mondiali, qual.) 1 gol
       Tabellino e Highlights
"Riva è una potenza d'eccezione, lo sappiamo, che si batte con un orgoglio incredibile, tanto da non dar peso a menomazioni fisiche che fermerebbero chiunque altro, più timido e preoccupato di sé. Ha strappato a portiere e terzino avversario il pallone del primo gol per Sandrino, ha costruito il secondo per Domenghini con una progressione da metà campo che faceva gridare alla bellezza del gesto atletico pieno, ha messo in rete il terzo con un volo planato che iniziò nel momento stesso in cui partiva il cross di Domenghini da destra. Un volo migliore di quelli di Tarzan" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 24 novembre 1969)."Al 25', contrattaccando i tedeschi con temibile impegno, Rombo di tuono arretra e riconquista palla a ridosso della nostra area: interrompe un triangolo avversario e riparte in fulmineo slalom verso il gol: come gli si fa innanzi il libero tedesco, Riva appoggia a Domenghini di esterno sinistro e prosegue la corsa per ricevere il triangolo: Domenghini, il nostro imprevedibile Eulenspiegel bergamasco, nonché ridare palla a Riva esplode una randellata omicida da fuori: la palla schizza dal palo di destra in rete: Riva è troppo intelligente per dimostrarsi deluso: ma conoscendolo bene, non esito ad affermare che, se per disgrazia avesse sprecato l'azione, Domenghini sarebbe stato un uomo morto" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, pp. 385-386).
Striscioni al San Paolo: "Ehi Fritz, c'è Riva. Hai chiuso!"

15. 21 febbraio 1970, Estadio S. Bernabéu, Madrid. Spagna-Italia 2:2 (amichevole) 1 gol
       Tabellino | Highlights

16. 10 maggio 1970, Estádio Nacional do Jamor, Oeiras, Oeiras. Portogallo-Italia (amichevole) 2 gol
        Tabellino | Highlights
"Il modesto e ingenuo Portogallo concede spazio a Riva, che lo fulmina al 38' e al 67' ... La fisionomia della nazionale è ormai delineata: e non si può dire che incanti. Non abbiamo centrocampisti, questo è il guaio. Senza centrocampisti non si fa gioco: mancasse Rombo di tuono, saremmo ancora e sempre a livello Corea" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, pp. 386-387)
"Abbiamo la fortuna di avere questo Riva che inventa le occasioni più incredibili da gol e che non sbaglia mai, oltre ad una difesa abbastanza forte. Il resto un disastro: mai un'azione in linea, mai quattro passaggi di fila. Non so da cosa possa essere dipeso, forse dal caldo o dal sole, ma se si va in Messico con questo morale e con una squadra così priva di mordente, non si può accarezzare eccessivi sogni. Speriamo che quella di ieri sia stata una partita particolare, perché altrimenti sarebbero guai. In Messico oltretutto si spargerà la voce che abbiamo un solo uomo pericoloso, Riva, e tutti cercheranno di picchiare Gigi cosi come hanno picchiato Pelé in Inghilterra. Se metteranno fuori uso Riva, per noi sarà la fine" (Mario Corso).

17. 3 giugno 1970, Estadio Luis Dosal, Toluca. Italia-Svezia 1:0 (Mondiali, girone)
       Cineteca
"Bergmark si abbassa a gherminelle che non sono onorevoli per nessuno, tanto meno per i supermoralisti di Scandinavia, ma la guardia assillante montata contro Riva gli evita sicuramente una sconfitta de goleada. Riva viene abbrancato e vessato da Olsson, che si scusa pure: I'm sorry, I must: mi spiace, ma debbo. E Riva finisce per snervarsi penosamente. L'arbitro inglese Taylor, al quale si rivolge, non capisce, né può immaginare che gli svedesi siano antisportivi a quel punto" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 391).
"Come Boninsegna ha cominciato assai bene, ma prima della mezzora è calato. Malgrado la severissima guardia cui è stato sottoposto ha scoccato la maggior parte dei tiri degli azzurri. Senza troppa fortuna". (Pagelle de "La Stampa", 4 giugno 1970).
"Che Gigi fosse un asso lo sapevamo prima di oggi, ma sapevamo anche che non è Mandrake e non può fare miracoli; per fortuna che in qualche modo al suo fianco (non è il momento di rifare la storia dei perché e di certe situazioni) è stato posto Boninsegna, ma si è visto che anche due punte sono poche contro una difesa chiusa e decisa" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 4 giugno 1970).

18. 6 giugno 1970, Estadio Cuauhtémoc, Puebla. Italia-Uruguay 0:0 (Mondiali, girone)
       Cineteca
"Di Riva s'incomincia a capire che la sua condizione è saltata dopo dieci soli giorni di altura. Ha addosso le ruggini d'un campionato a dir poco mostruoso, i traumi psichici dei continui viaggi aerei, il dispetto di non aver presi tutti i quattrini che i sardi gli avevano promesso, e addirittura la preoccupazione di venir denunciato per adulterio: ha trovato l'amore, proprio nei giorni di maggior abbandono al sollievo della vittoria, ma il marito di lei se n'è accorto. A tutto questo si deve aggiungere l'altura, che lo sfiata al primo scatto, e ancora la responsabilità che si è presa facendo vedere in anticipo cose troppo difficili da mantenere in partita ufficiale" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 391).
"Riva, abituato a scatti su lanci lunghi, soffre. Spreme il fisico senza riuscire a lanciarsi e far gioco. A vederlo, sembra il guerriero di sempre, ma è come Gulliver, impaniato dai lacci di mille nanerottoli. Lacci esili, ma infiniti. Legami invisibili, ma tenacissimi. Prigioniero in questa rete tattica, atmosferica, tecnica, Gigi Riva cerca di scaricarsi con un gol. Ha bisogno di un gol adesso, subito, lui che ne ha segnati tanti, di facili e di impossibili. Ha bisogno di vedere una rete squassata dal suo bazooka sinistro. Ne sta facendo una malattia. Si rode il fegato. Non si diverte. Il sistema nervoso di un campione è la somma di equilibri estremamente delicati. Riva si controlla, si chiude nel suo mutismo, si dibatte in mille elucubrazioni. Il gol. Quel gol. Deve arrivare. Sembra lì, pronto, sulla punta del suo sinistro, ma ancora non è venuto. Pelé ha segnato, Riva ancora no. Tra le pieghe della Coppa Rimet, che sgrana un rosario ossessivo, c'è anche questo dramma. Non è piccolo, è anzi il segreto di tutta la squadra. O quel sinistro ritrova il suo momento magico o è notte per tutti" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 8 giugno 1970). 
"Faccio quanto posso. Mi sento bene, sono in forma. Non azzecco il tiro del gol. Questo è grave, lo so benissimo. Ma, in fondo, abbiamo tre punti in classifica e con un piccolo sforzo otterremo la qualificazione. Che volete di più?" (Gigi Riva).

19. 11 giugno 1970, Estadio Luis Dosal, Toluca. Italia-Israele 0:0 (Mondiali, girone)
       Cineteca
"... è esplosa in pieno la crisi di Gigi Riva. Il nostro numero uno, il nostro cannoniere, paga di colpo, amaramente, l'attesa che gli pesa sulle spalle come una cappa di piombo. Anche un atleta forte ed apparentemente distaccato come l'asso del Cagliari può accusare un periodo di defaillance, è soltanto spiacevole - e sportivamente tragico - che questo sia accaduto nel momento più delicato dell'anno. Sembra che Riva abbia dato tutto se stesso allo scudetto del Cagliari, e che ora abbia solo più pochi spiccioli di forza e di nervi da dedicare a questa sconcertante spedizione messicana" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 12 giugno 1970).
"Il risultato è quello che molti temevano prima della spedizione azzurra in Messico: che ora la squadra non sa giocare in altro modo che 'cercando' Riva. Ieri si è visto che Riva, 'cercato', risponde male. Anche Rivera lo ha 'cercato' e non lo ha trovato. E' ora possibile rimediare? (Paolo Bertoldi, "La Stampa", 12 giugno 1970).
« Però i tuoi non sono solo errori tecnici. Sei nervoso. Quante sigarette hai fumato nell'ora di viaggio da Toluca a Città del Messico?». «Mille. Non riesco a stare fermo. Non so cosa mi succede».(Intervista di Giulio Accatino a Riva dopo Italia-Israele).

20. 14 giugno 1970, Estadio Luis Dosal, Toluca. Italia-Messico 4:1 (Mondiali, quarti) 2 gol
       Cineteca
"... e Riva inventa finalmente un bellissimo gol fingendo di scattare alla bandierina e d'improvviso battendo in torsione destrorsa con il collo interno sinistro: ne esce un diagonale basso e maligno che s'infila nell'angolino opposto" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 394).
"Dopo di aver segnato la sua rete, l'attaccante del Cagliari si è trasformato, è stato l'attaccante incisivo e sicuro che conosciamo. Non bisogna lasciarsi travolgere dall'entusiasmo, ed è bene aggiungere che Riva non è ancora all'altezza della sua forma migliore. Probabilmente il fisico non lo sorregge, o meglio non s'è ancora adattato all'ambiente del Messico" (Paolo Bertoldi, "La Stampa", 15 giugno 1970).
"Si è svegliato l'imperatore, dicono i messicani di Riva. «Mi viene da piangere», gridava Riva ai fotografi dopo il suo gol. Ebbene, Riva c'è solo a metà, ma oggi ha potuto «curare i nervi» a modo suo, cioè segnando. E' uscito dal limbo. E con lui tutti gli altri" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 15 giugno 1970).
"E' finito il mio incubo" (Gigi Riva).

21. 17 giugno 1970, Estadio Azteca, Città del Messico. Italia-Germania 4:3 (Mondiali, semif.) 1 gol
       Cineteca
"Prima che scada il tempo, al 14', Luigi Riva-Rombo-di-tuono ribadisce il maligno gol già segnato con il Messico: finge di buttarsi alla bandierina, batte in rotazione destrorsa il collo interno del sinistro: la palla torna diagonalmente all'indietro passando beffarda sotto il naso di Maier" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 399-400).
"Non è ancora il solito Riva, ma è già più sicuro di sé, com'è dimostrato dal fatto che ha tentato due volte il gol con tiri da distante. Contro di lui sono intervenuti sia il numero 7 Schulz, che gioca da terzino, sia il numero 5 Vogts che gioca da terzino centrale" (pagelle de "La Stampa").
«Come faccio a ridere, sono troppo stanco». «Che cosa ha pensato dopo il gol del pareggio tedesco?». «Ho temuto che ci saltassero i nervi. Poi il vuoto di oltre 90 metri tra noi e la linea deicentrocampisti italiani mi preoccupava. E' molto difficile giocare a Città del Messico. Si scatta una prima volta e va bene; la seconda volto si va avanti unicamente per forza d'inerzia ed al momento di toccare il pallone ci si trova quasi ciechi per la stanchezza. Comunque sono contento, molto contento. Ritengo anzi più utile all'Italia il fatto che si sia affermata dopo i tempi supplementari. Se avessimo vinto con un gol di "rapina" ci avrebbero accusato di non saper attaccare» (intervista a Gigi Riva).

22. 21 giugno 1970, Estadio Azteca, Città del Messico. Brasile-Italia 4:1 (Mondiali, finale)
       Cineteca
"La Nazionale non è il Cagliari. Gigi Riva non è un pallone gonfiato, non è un bluff, ma non è neppure quel super campione per il quale si è costruita addirittura una Nazionale su misura. Semmai, Riva è un fenomeno tipicamente italiano, la risultante di una particolare mentalità e di un ambiente dove, quando si parla di calcio, si è abituati ad ingigantire le qualità di colui che assurge a ruolo di protagonista o a distruggerlo quando protagonista non è più. Una cosa è certa: il Riva che domina sui nostri campi, in Messico ha fallito la grande occasione, ha deluso non solo gli esteti del football che l'avevano sempre discusso, ma anche i fautori del calcio atletico" (Bruno Bernardi, "La Stampa", 22 giugno 1970).
"Riva non ha sfondato all'Azteca. Ha fatto esplodere il suo bazooka al primo minuto, ha tentato due volte il gol con due colpi di testa difficili, ha quasi impedito per eccesso di slancio a Boninsegna di segnare l'unico gol italiano, poi via via ha perduto morale, genialità, cadendo in alcuni peccati di egoismo. Lo scotto che si deve pagare a un mondiale, dagli inizi fino all'ultimo minuto di una partita come Brasile-Italia, è tremendo. Riva ha un orgoglio smisurato e un carattere impetuoso, ha una carica interna che somiglia a quella di certi toreri. Vive ogni partita come El Cordobés vive solo alcuni attimi della sua giornata, durante la vestizione e la preghiera in solitudine prima d'entrare nell'arena. Doveva essere il protagonista numero uno, e non ha fatto vedere tutte le sue enormi forze. Ha ancora tempo per imporsi sulla ribalta mondiale sciorinando l'intero ventaglio delle possibilità che gli sono incarnate. Allo stadio Azteca, pauroso di folla e di urla, Riva il «bombardiere», come lo chiamano qui, non ha segnato forse il gol che sognava di più. Un gol al demoni brasiliani, a questi artisti che sanno anche essere grintosissimi e cinici, oltreché carichi di fantasia. Riva non è un uomo dai piedi snodati come Pelé, non è un giocatore dal temperamento freddo e razionale. E' una forza che bisogna saper scatenare. Nella finale della Coppa molte delle sue polveri sono rimaste addirittura nel ripostiglio, e un mezzo Riva non è pericoloso se non per trattenere un paio di uomini indietro. Ma non è una catastrofe. Né per lui né per questi azzurri. Malgrado questi quattro gol, gli italiani sono rimasti in piedi, a tratti mostrando anche alcuni fraseggi calcistici di buona levatura. Riva ha sbagliato, ha pagato, non torna in Italia come capocannoniere, anche se avrebbe dato dieci anni di vita per riuscire in questa impresa. La doppia lezione di Riva e degli azzurri è questa: si doveva combattere al limite delle forze. Si doveva fare più di quanto dicevano avari e scettici pronostici. Gli azzurri hanno mantenuto ogni promessa, tranne l'ultima, che però era paurosamente difficile. Riva ha bisogno di vendicarsi in futuro, per essere il Riva di sempre. Ha bisogno di sentirsi uomo e non macchina da gol. Proprio perché non ha vinto, proprio perché ha dovuto subire una legge crudele, Riva merita il rispetto e l'applauso di tutti. Insieme al suoi compagni, generosi fino alla follia e all'autodistruzione" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 22 giugno 1970).
23. 17 ottobre 1970, Wankdorfstadion, Berna. Svizzera-Italia 1:1 (amichevole)
        Cineteca
" Fuori forma. Scarso nello stacco e nel gioco di testa. Troppo personale. Irritante nei gesti di protesta che suscitano l'ostilità del pubblico" (pagelle de "La Stampa", 18 ottobre 1970).
"Il caso Riva merita un paragrafo a sé. Forte, anzi fortissimo in elevazione, oggi il nostro campione non sa più disputare i palloni alti. I suoi micidiali tiri di punizione si spengono ai lati dei pali. Il suo gioco, con un'unica finta sulla destra, è prevedibile per un marcatore attento. Lo smalto fisico non lo sorregge, la gran volontà non basta a far gioco e soprattutto a tradurlo in reti. Può essere un annebbiamento passeggero tipico in un grande campione, ma è certo, oggi come oggi, che dobbiamo contare su Riva come su uno degli elementi necessari alla Nazionale, mentre sarebbe illogico e avventuroso creare una squadra solo al suo servizio" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 18 ottobre 1970).

24. 31 ottobre 1970, Praterstadion, Vienna. Austria-Italia 1:2 (Europeo, qual.)
        Tabellino e Highlights
"Il migliore in campo è Riva, che viene letteralmente circondato ma fa giocare i compagni. Il primo tempo finisce 2 a 1 per gli azzurri. Alla ripresa, il punteggio non muta. Cerca il gol Riva e viene agganciato a tergo, con uno zompo davvero poco leale, dal mediano Hof: Riva cade con un grido e si volge atterrito a guardare il suo boia. Contro il Portogallo, nel marzo del '67, ci aveva rimesso il perone sinistro: qui a Vienna gli viene fratturato il destro, poco sopra la caviglia. L'incidente commuove gli italiani e getta il Cagliari in un mare di guai. Il destino di Riva si rivela di anno in anno più drammatico. Senza di lui, ben poca cosa è la nazionale italiana" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 412).
"La dannazione prende corpo nell'infortunio subito da Riva, che snatura ogni altro commento possibile. Nato per battersi e per vincere, Gigi sa di dover pagare prezzi enormi sia in gara sia fuori dei campi di gioco. Davvero la sfortuna si abbatte su chi sa emergere sopra gli altri. Durante la partita non lo si è visto in modo straordinario, ma ha detto poderosamente la sua nelle azioni dei due gol ed ha creato complessi e paure incredibili nella retroguardia austriaca, che a volte gli si stringeva attorno tutta intera come una muta di cani intorno ad un cinghiale tra i cespugli" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 1° novembre 1970).

25. 25 settembre 1971, Stadio Luigi Ferraris, Genova. Italia-Messico 2:0 (amichevole)
       Cineteca
"Si cerca in tutti i modi ma non si riesce a far segnare Luis Riva, che rientra dopo aver dato la seconda gamba alla patria" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 418).
"Riva, servito più volte da Corso e Mazzola e dallo stesso Boninsegna, tutt'altro che egoista, appariva ancora incerto sullo slancio, non il fantasma del Riva che fu, ma un uomo che ha bisogno di riprendere confidenza con se stesso, con le doti di coraggio che facevano di lui il guerriero dei nostri campi" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 1° novembre 1971).
"Tornerà ad essere il grande Riva di un tempo? A tratti appare possibile, a tratti invece se ne potrebbe dubitare. Forse ha solo bisogno di giocare, e molto, per dimenticare tutto, compreso se stesso, i suoi problemi e le tracce traumatiche di una carriera mai rosea. Due o tre volte ha tentato di avventarsi, due o tre volte invece ha desistito. Ma è sempre in credito con tutto il mondo del football: un credito che gli dà diritto di rimettersi in carreggiata come può, entro il tempo che gli è necessario (le pagelle di Arpino, "La Stampa").

26. 9 ottobre 1971, Stadio San Siro, Milano. Italia-Svezia 3:0 (Europeo, qual.) 2 gol
       Tabellino | Highlights
"Sta salendo con regolarità confortante. Ha dimostrato alcune timidezze su due-tre palloni, ma altre volte ha saputo scaraventarsi in area come un toro. Inoltre «scambia» al meglio, rinunciando a velleità agonistiche. Al novanta per cento del grande guerriero che tutti ricordiamo. E quindi, evviva!" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 10 ottobre 1971).

27. 20 novembre 1971, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Austria 2:2 (Europeo, qual.)
       Tabellino e Highlights 
"Si dubita della ripresa di Riva, intorno al quale si raccontano patetiche istorie (e guai a dirgli di alzarsi in ora un po' decente per l'allenamento") (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 418).
"Talvolta ricorda il Riva che fu. Il discorso è crudele, ma non può essere rimandato. Non gli difetta la forma, ma la coscienza di sé, o forse lo aggravia un eccesso di coscienza. Dov'è finito il Riva che si scaraventava come un ariete sui difensori, li sradicava da terra per rubargli il pallone, inventava il suo famoso gol di pura, formidabile prepotenza? Gli lasciamo ancora un lieve margine per riapparire, però sia chiaro: nessuno in Nazionale è intoccabile. E Riva è troppo intelligente per non capirlo" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 21 novembre 1971).

28. 4 marzo 1972, Georgios Karaiskakis Stadium, Pireo. Grecia-Italia 2:1 (amichevole)
       Tabellino
"Errori determinati da pura mollezza. Subito dopo la gara s'è lamentato dei pochi palloni agibili ricevuti. E' una scusa plateale. In realtà si è visto di Riva solo la punizione al 30' del primo tempo stampatasi sulla traversa. Per il resto, figuracce quasi uniche: ad esempio su un'azione MazzolaSala-Boninsegna-Sala che gli offre un ottimo pallone all'8' e che Gigi letteralmente «lascia» al portiere. Atteggiamentì da gladiatore recitante ma non combattente. E forse è meglio così: ha evitato di procurare un dannoso alibi a tutta la squadra" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 5 marzo 1972).
"Si vede Riva che trotterella come un re antico, felice che la luce pomeridiana gli faccia sfavillare la corazza, ma niente di più. Di fronte alle acque del Pireo il poderoso Gigi si lascia anticipare da terzini e portiere quasi per scommessa" (Giovanni Arpino, "La Stampa", 5 marzo 1972).
"E' andata male, mi sono mancati i palloni che con Rivera in campo di solito ricevo" (Gigi Riva).

29. 29 aprile 1972, Stadio San Siro, Milano. Italia-Belgio 0:0 (Europeo, quarti)
       Tabellino
"Parte magnificamente, da autentico leopardo. Poi si cancella da solo, via via perdendo spinta ed incisività. Non è il grandissimo Riva di un tempo, anche se potrebbe certo esserlo. Pretende il pallone perfetto dal compagno, e magari poi, ricevutolo, lo sbaglia. Non si può dire che non l'abbiano rifornito. Ma è anche schizzinoso. Bombardiere sì e sempre, però in guanti bianchi" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 30 aprile 1972).

30. 13 maggio 1972, Stade Émile Versé, Bruxelles. Belgio-Italia 2:1 (Europeo, quarti) 1 gol
       Tabellino e Highlights
"Riva e Boninsegna attendono frementi una palla che è una da giocare ... smaniano e incattiviscono" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, pp. 419-420).
"Valcareggi gli è debitore dl un viaggio In Messico, dove la squadra azzurra approdò proprio grazie al gol del «bomber» cagliaritano. Oggi Riva sembra Riva, ma lo è ancora? Ha fallito tre o quattro punizioni, non si getta in avanti dimenticando il rischio (come gli accadeva prima di due fratture). La squadra che precedette l'avventura al mondiali fu la «schiava dorata» di Riva. Oggi Gigi è uno dei tanti. Il suo sinistro spara spesso a vuoto, evitando le occasioni di pericolo. Se Riva da «mostro» si è fatto uomo, zio Ferruccio da commissario può farsi memorialista". (pagelle di Arpino, "La Stampa", 14 maggio 1972).

31. 20 settembre 1972, Stadio Comunale, Torino. Italia-Jugoslavia 3:1 (amichevole) 1 gol
       Tabellino | Highlights
"Subisce fischi da un pubblico che pretende di vederlo fare e strafare. Dialoga bene con Mazzola-Capello-Chinaglia, è assai più pronto alla manovra che non una volta. Ed appena ha un lancio utile (da Capello-Chinaglia) fionda il suo sinistro tanto implacabile quanto dosato ed esperto. E' il gol che potrebbe poi doppiare su tocco di Anastasi, ma qui Gigi in tuffo vede il pallone respinto secco dal palo. Ha bisogno di fiducia, e infatti è andato caricandosi via via che passava il tempo e prendeva gusto alla manovra" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 21 settembre 1972).
"Ieri si è visto Riva arretrare ogni tanto. Un tempo se ne stava impalato, là davanti, con uno o due avversari appiccicati alle costole, in attesa del passaggio-gol. Adesso si muove. Krivocuca, il suo terzino, l'ha costretto ad uno sfiancante andirivieni, ma poi è crollato e Riva è andato a rete con maggior facilità" (Bruno Bernardi, "La Stampa", 21 settembre 1972).

32. 7 ottobre 1972, Stade Municipal, Lussemburgo. Lussemburgo-Italia 0:4 (Mondiali, qual.) 2 gol
        Tabellino e Highlights
"Gigi Riva si sta preparando a superare uno dei grandi cannonieri del calcio italiano, Silvio Plola, recordman in fatto di presenze e di gol nel nostro massimo campionato. L'«operazione sorpasso» da parte dell'ala cagliaritana e della Nazionale riguarda i gol segnati In azzurro: grazie al «doppietto» di ieri in Lussemburgo, infatti, Gigi raggiunge quota 28 contro le 30 reti di Piola e le 33 di Meazza" ("La Stampa", 8 ottobre 1972).

33. 21 ottobre 1972, Wankdorfstadion, Berna. Svizzera-Italia 0:0 (Mondiali, qual.)
        Tabellino e Highlights
"Due punizioni-bomba e la seconda gliela devia Prosperi, ormai battuto, con un piede vagante in aria. Ha lavorato bene alcuni palloni nel primo tempo ma la ricerca del dialogo stretto con il suo amico Giorgione ha un paio di volte rallentato e fatto inzuccare tutti e due. Troppa frenesia, tra l'altro, nei necessari dialoghi con Mazzola e Rivera., ed un sinistro che fa ormai troppe volte cilecca, come si è visto durante la ripresa. E' anche lui un «reduce»?" (pagelle di Arpino, "La Stampa, 22 ottobre 1972).

34. 13 gennaio 1973, Stadio San Paolo, Napoli. Italia-Turchia 0:0 (Mondiali, qual.)
       Tabellino
"O gran pietà dei cavalieri antiqui. Sembra ci sia, ma forse è solo una controfigura. Non scatta, non si avventa, non si stacca da terra, pretende di fare il «bomber» ma non si libera mai. Scarso di dribbling come sempre, non ha più il cieco coraggio che ne faceva il terrore delle aree. Oggi lo si controlla agevolmente. I palloni, ieri, erano o persi o in rete, se toccavano a lui. Oggi sono soltanto persi. Può essere che gli riesca di rigenerarsi in un'altra squadra, ma arrischiarlo in Nazionale è colpa, certo non sua. In compenso i cocci sono tutti nostri" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 14 gennaio 1973).

35. 25 febbraio 1973, Mithatpaşa Stadı, Istanbul. Turchia-Italia 0:1 (Mondiali, qual.)
        Tabellino
"Riva simboleggia il decadimento del nostro calcio: quanto fa resta velleitario, a volte finge di lanciarsi e si ferma subito, fra i difensori turchi avrebbe seminato il panico, ed invece regalava palloni" (Carlo Moriondo, "La Stampa", 26 febbraio 1973).
"E' riapparso leonino, talvolta, con scambi velocissimi ed «affondi» di grande forza. E' andato crescendo verso la fine, con tocchi e serpentine felici (all'83' per Capello che tira fuori). Spesso costretto a far triangolocol solo Furino, non si perde d'animo come in altre occasioni, ma seguita ad avventarsi. Sente che il posto ormai brucia (da parte di Bettega e di Pulici), e quindi è deciso a tornare il Giggirriva che fu e può ancora essere" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 26 febbraio 1973).

36. 31 marzo 1973, Stadio Luigi Ferraris, Genova. Italia-Lussemburgo 5:0 (Mondiali, qual.) 4 gol
       Tabellino | Highlights
"Delle cinque reti, quattro sono opera di Riva e una di Rivera. E chi diceva che Riva era finito? Prende atto senza fiatare" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 429).
"Si scatena, poi rallenta, poi sbaglia, e finalmente comincia ad imbroccarle tutte. Quattro gol fanno sensazione, ma la difesa dei «rossi» era un autentico colabrodo, anche se protetta da altri cinque uomini. In almeno tre occasioni, però, lanciandosi con una progressione micidiale per concludere poi a lato, è apparso il Gigi di sempre. Ecco che il problema consiste nel come e quando servire sia lui sia l'altra punta azzurra. Fate gioco, signori, poi Gigi e Paolino (o chi per lui) tornano i «fucilieri» che conosciamo e possono essere" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 1° aprile 1973).
"Gigi Riva, il cannoniere di Leggiuno, sta accingendosi a diventare il più grande goleador di ogni tempo del calcio azzurro. Con la quaterna realizzata ieri a Genova contro il Lussemburgo l'ala sinistra della Nazionale ha raggiunto quota 32 (su 35 presenze, una media-gol per partita di 0,91), scavalcando nella classifica dei marcatori Piola (30 gol) e piazzandosi alle spalle di Meazza (33 gol)".

37. 9 giugno 1973, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Brasile 2:0 (amichevole) 1 gol
        Tabellino e Highlights
"Gioca un tempo, segna il primo gol pareggiando il record di Meazza. Si mangia un magnifico pallone due minuti dopo (al 18'), non potendo sfruttare l'allungo. Sembra che abbia perso lo scatto bruciante. Invece non riappare durante la ripresa, per via di quel nervo sciatico che lo frena e gli pesa come un grosso «handicap». Ma l'animo è quello, visto che in una certa fase abbatte in corsa tre brasiliani che gli stavano rovinando addosso" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 10 giugno 1973).

38. 29 settembre 1973, Stadio San Siro, Milano. Italia-Svezia 2:0 (amichevole) 1 gol
        Tabellino e Highlights
"Il pallone dello «storico» gol numero 34 è al sicuro nella valigetta di Riva. Il «bomber» azzurro ha dovuto però pregare Anastasi (che l'aveva a sua volta sottratto all'arbitro Taylor) per entrarne in possesso. «Tra quattro o cinque anni, guardando questo pallone, forse avrò qualche rimpianto - dice Riva -. Per ora la mia soddisfazione è normale. Se mi fermo a pensarci troppo ho già perso il posto. Bisogna invece guardare avanti. Riconosco, tuttavia, che non avrei mai pensato di segnare 34 gol in maglia azzurra e di scavalcare addirittura Meazza. Quando esordii in Nazionale pensavo di arrivare al massimo a quota dieci. Per me conta solo che il pallone finisca in rete. Belli o brutti, purché siano gol. Spesso quelli più spettacolari scaturiscono da tiri sbagliati». Riva ha superato Meazza. E' lui, ora, il «numero uno» dei cannonieri azzurri di tutti i tempi" (Bruno Bernardi, "La Stampa", 30 settembre 1973).
"Sono contento per Riva; un atleta della sua serietà meritava davvero questo premio. Mi ero quasi affezionato al record, in fondo un po' mi dispiace che mi sia stato tolto. Ma d'altra parte me lo aspettavo. Prima o poi doveva accadere, Riva mi tallonava da vicino" (Giuseppe Meazza).
"Lo controlla un Olsson che non è quello del Messico. Si batte per venti minuti con rabbia, recuperando persino un pallone (sembra incredibile) ai limiti della nostra area. Poi si disanima un poco. Nella ripresa ha un paio di guizzi rispettabili duettando con Anastasi, segna il gol che costituisce il record statistico superando il primato di Meazza, ma subito dopo si acquieta come ripagato di sé e del pomeriggio. E' lontano dall'essere in condizione atletica decente, e questo lo fa ansimare e rinunciare a diversi palloni. Vedremo come si sveglierà, sul serio, a parte i gol «amichevolii» e da annuario calcistico. Certo alza le braccia al cielo contro un arbitro che sicuramente non è severissimo, anzi sembra un distinto signore inglese invitato ad un buon footing sull'erba autunnale di San Siro" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 30 settembre 1973).

39. 20 ottobre 1973, Stadio Olimpico, Roma. Italia-Svizzera 2:0 (Mondiali, qual.) 1 gol
       Tabellino e Highlights
"Anche lui scalcia, come gli altri azzurri. Lo vediamo cianchettare un povero svizzero, Vuilleumier, a pallone già uscito sul fondo, ma si batte con orgoglio appena lo servono in modo adeguato e segna un gol di testa sradicando letteralmente (e fallosamente) il n. 4 svizzero Schild. E' in fuori gioco nell'azione del rigore donatoci dall'arbitro e forse commette anche fallo dopo avere perso il pallone col destro. Ma naturalmente non può rifiutare il regalo prenatalizio. Compie qualche notevole «affondo» nella ripresa, a dimostrazione che lui a Monaco andrebbe anche da solo. Subisce all'inizio del secondo tempo un fallo da penalty, ma qui l'ineffabile Camacho dimostra di non vedere il calcio e di interpretarlo solo in chiave politica" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 21 ottobre 1973).

40. 14 novembre 1973, Empire Stadium, Wembley. Inghilterra-Italia 0:1 (amichevole)
        Cineteca
"Non ha praticamente visto palla contro Madeley, ma va detto che è stato anche pochissimo servito. Ha avuto solo una palla pulita per il suo sinistro e l'ha calciata molto bene obbligando Shilton ad una difficile parata. Nel finale si è un po' innervosito, però si è anche esaurito in un difficile compito di tamponamento, lasciando Chinaglia solo in avanti nei momenti di maggior pressione britannica" (pagelle di Bruno Perucca, "La Stampa", 15 novembre 1973).

41. 15 giugno 1974, Olympiastadion, Monaco di Baviera. Italia-Haiti 3:1 (Mondiale, girone)
       Cineteca
"E' troppo a corto di allenamento, e quindi non può sfruttare in elevazione i palloni che gli piovono da ogni parte con la potenza e la mira che ci sono ben note. Deve «lavorare» per ritornare il guerriero che fu. Questo esordio era straordinariamente importante per lui e per la squadra. Speriamo che dorma di notte, dimenticando la massa di palloni-gol gettata al vento in questo pomeriggio. Magari li avesse avuti nel suo Cagliari ogni domenica, pensa lui. Ma ricapiteranno le buone occasioni" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 16 giugno 1974).

42. 19 giugno 1974, Neckarstadion, Stoccarda. Italia-Argentina 1:1 (Mondiale, girone)
       Cineteca
"L'infelice Riva scatta più volte per dettare passaggi che non arrivano mai. Alla lunga si demoralizza fino al pianto, che per fortuna ci viene risparmiato" (Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, p. 443).
"Se ne sta laggiù ad aspettare il pallone, come un gigante disarmato. Quando gli arriva il primo (da Mazzola al 25'), lo spreca subito di testa. E' il primo di tanti errori. Sul «tackle» stesso è apparso intimidito o in ritardo. La condizione atletica è migliorata, ma non è certo al massimo. Inoltre si esprime a corrente alternata, talora insistendo nell'inseguire il suo marcatore, talora lanciandosi in fughe inutili, visto che gli argentini Io piazzano regolarmente in off-side». Può lamentarsi dei compagni, ma anche noi possiamo lamentarci di lui. Se comincia lo stesso «bomber» a vivere del suo nome, stiamo freschi" (pagelle di Arpino, "La Stampa", 20 giugno 1974).